Abbey Road di oggi: Abramo Appia Road
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“Appia Road” e’ prorprio quello che temete. Una raccolta di canzoni dei Beatles tradotte in romanesco. E dico tradotte proprio per sgomberare il campo da qualsiasi ambiguita’ . Non si tratta di riletture parodistiche infarcite di grevita’ , e pecoreccio un tanto al chilo.
Non e’ una celebrazione del romano immortalato nei cinepattoni e negli spettacoli televisivi. Non c’e’: “Ah Iside, e famme una pompa”, e neanche un groviglio di mani a cucchiara, scongiuri e gestacci affini. No.
E meno male.
Quello che Luigi Abramo, beatlesiano doc, sta cercando di fare e’ propro un omaggio al suo gruppo preferito e a Roma, intesa come citta’ e come tutto. Una trasposizione di quello che le canzoni dei Beatles sarebbero potute essere se scritte e cantate da un gruppetto formato in una cantina al tiburtino.
Per cui i testi rimangono gli stessi, cambiano la lingua e i riferimenti geografici. E se a Penny Lane c’era un barber shop, qui si parlera’ di Carletto, il barbiere di Via Lungaretta.
Ovvio: e’ una cosa da ridere, ma e’ una cosa fatta bene.
Non a caso le riletture sono suonate da Roberto Angelini e cantate da Massimo Giangrande. Musicisti veri.
Ecco un pezzo: